URBANINA 2.0: by Massimo Grandi [concept] | Mu.De.To. - Museo del Design Toscano, Museo Design Toscana

URBANINA 2.0

AREA TEMATICA	Design per la Mobilità
TIPOLOGIA	City-car (concept)
ANNO	2019
PROGETTO	Massimo Grandi
PRODUZIONE / PER	[...]
RICONOSCIMENTI	[...]

PRESENTAZIONE

di: Massimo Grandi

Massimo Grandi (Firenze, 1947). Professore Ricercatore di Disegno Industriale presso il Dipartimento DIDA - Università di Firenze, dal 2013 è direttore del Mini Car Design Museum, all’interno del Laboratorio di Car Design del Design Campus di via Pertini 93 a Calenzano - Firenze. Il filo conduttore di questo museo non vuole essere quello di una generica storia dell’automobile, ma più precisamente quello di una sintetica illustrazione dell’evoluzione della forma-auto, dunque del suo design, dalle origini, nel XVIII secolo, fino ad oggi attraverso l’esposizione ragionata di modellini in scala. Il materiale esposto è il frutto della collaborazione di appassionati collezionisti, di aziende di produzione e distribuzione di modelli in scala come: Mini Miniera, Brumm, Atelier Car Models. Tra le pubblicazioni recenti di Massimo Grandi si segnalano: Car design. Progetto della Ferrari 550 Alaspessa (Alinea, Firenze 2004); Car Design. Workshop (Alinea, Firenze 2006); Space 65. Yacht design and innovation (in coll., Alinea, Firenze 2006); Dreaming american cars (Print & Service, Firenze 2008); Quando le disegnava Il vento (Asi, Torino 2012). [x]

I. Introduzione

L’idea di questo progetto era quella di proporre una vetturetta elettrica, nello specifico un quadriciclo leggero con un motore da 5 KW, due posti, con una velocità massima di 50 Km orari, partendo da una soluzione originale creata nel 1965 dalla fantasia e dall’ingegno di due intraprendenti toscani: il marchese Piero Girolamo Bargagli Bardi Bandini e dall’ingegnere Narciso Cristiani; la famosa Urbanina, un minuscolo veicolo che aveva la caratteristica interessante di una scocca rotante che permetteva ai passeggeri di poter scendere e salire da qualsiasi lato, elemento questo di grande utilità nei parcheggi.
Per quei tempi era una idea estremamente innovativa, ma che purtroppo non riuscì a decollare e, già con la terza versione, quegli elementi così caratteristici del prototipo e della prima e seconda serie si persero portando l’Urbanina ad assumere caratteristiche più consuete da vetturetta squadrata di piccole dimensioni, caratteri che poi si confermarono nei modelli Milanina e Zele1000 della Zagato, quando questa Carrozzeria acquisì il brevetto.

Massimo Grandi, L'Urbanina - I serie (a dx), l’Urbanina - III serie e dei modelli Milanina e Zele1000 della Zagato (a sx) | © & courtesy Massimo Grandi

L’intento dunque era quello di riprendere i caratteri originali dell’Urbanina fatti di innovazione e semplicità costruttiva indirizzati a proporre una micro-vettura attuale per un uso prettamente legato alla mobilità nei centri urbani, ma soprattutto nei centri storici chiusi al normale traffico veicolare. Una vettura, inoltre, che ben si prestasse a un uso turistico attraverso l’utilizzo del car sharing.
L’Urbanina della prima versione, quella più interessante, prevedeva due versioni, la prima con carrozzeria chiusa in plastica e la seconda, molto originale, con scocca aperta e totalmente costruita in vimini intrecciato, materiale la cui lavorazione allora era ancora diffusa intorno al comune di Santa Croce sull’Arno, dove risiedeva il marchese Bargagli, soprattutto nell’area del padule di Fucecchio.
Anche questo elemento di forte legame utilitaristico con una produzione tipica dell’artigianato locale potrebbe essere ripresa magari in una chiave più attuale e confacente alle esigenze di oggi, quantomeno come diretta ed esplicita “citazione” stilistica.

Massimo Grandi, Il modello “Primavera” dell’Urbanina | © & courtesy Massimo Grandi

II. Il progetto

Nell’impostare il progetto si è seguita l’impostazione della vecchia Urbanina dividendo le componenti in tre parti:
il telaio, comprensivo di una ralla sterzo e pedali acceleratore e freno;
il pianale, con i sedili girevoli da fissare alla parte non mobile della ralla;
la scocca da inserire poi sulla parte mobile della ralla.

Massimo Grandi, La divisione in componenti (pianale con sedili; telaio con ralla; scocca) dell’Urbanina - I serie (1965) | © & courtesy Massimo Grandi

Nel telaio sono alloggiati tutti gli organi meccanici, il motore elettrico e le batterie come si vede da questo schizzo dell’impostazione tecnica della vecchia Urbanina.

Massimo Grandi, L’impostazione tecnica dell’Urbanina - I serie (1965) | © & courtesy Massimo Grandi

II. I. Il principio ispiratore

Il principio o l’ispirazione seguita è stata quella di non immaginare una versione ridottissima di una automobile, ma piuttosto riproporre la natura e i caratteri anche nell’impostazione della forma, dell'antica portantina usata fino al XVIII secolo e cioè di una sedia portatile che può essere aperta, oppure chiusa tra pareti e fornita di sportello e finestrini.
Nel nostro caso ovviamente alla motrice umana è sostituita da quella elettrica e alle gambe dei portatori quattro ruote. Il guidatore siede accanto al passeggero in una posizione piuttosto eretta esattamente come nella portantina permettendo di ridurre al minimo le dimensioni d’ingombro longitudinale.
La scocca è ruotante permettendo ai passeggeri di scendere da qualsiasi posizione.

Massimo Grandi, Il principio ispiratore dell’antica portantina, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

II. II. Schema dimensionale di massima

Lo schema dimensionale di massima del progetto è questo con una larghezza alle ruote di 1400 mm, una lunghezza di 1800 mm ed un passo di 1270 mm.
Dimensioni molto contenute considerando le dimensioni di alcune diffuse microcar attuali e del passato.
Rispetto all’Urbanina del 1965 si ha solo una maggiore larghezza totale.
Questo comporta però, visto l’ingombro delle ruote e dei relativi parafanghi e che la scocca deve poter ruotare su se stessa, l’adozione di un pianale non più largo di 1200 mm.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - schema dimensionale di massima del progetto, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

II. III. Lo schema costruttivo

Queste misure sono davvero ridotte al minimo considerando anche che i sedili – dovendo comunque poter ruotare completamente su se stessi –, in un quadriciclo leggero attuale, secondo le attuali direttive europee, prevedono l’obbligo delle cinture di sicurezza. Immaginare quindi uno sviluppo in altezza con un volume pressoché cilindrico (come nell'Urbanina - I serie) sarebbe impossibile.
Ma considerando che i passeggeri stanno seduti praticamente come su una sedia e che ergonomicamente l’ingombro di questi ultimi è crescente verso l’alto, si è optato per una forma svasata, potendo così passare dai 1200 mm della base ai 1400 mm della parte immediatamente superiore, superando così anche l’ingombro in altezza dei parafanghi.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - schizzo di studio per la forma svasata dell’abitacolo e prime verifiche ergonomiche dell’interno del quadriciclo elettrico, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

Lo schema costruttivo è grosso modo intuibile da questo primo disegno dove sono già tracciate le prime, approssimative dimensioni del veicolo.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - primi schizzi con dimensioni approssimative del quadriciclo elettrico, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

III. Il telaio

Nell’impostare i progetti si è seguita l’impostazione della vecchia Urbanina dividendo le componenti in tre parti: il telaio comprensivo di una ralla sterzo e pedali acceleratore e freno, il pianale con i sedili girevoli da fissare alla parte non mobile della ralla e la scocca da inserire poi sulla parte mobile della ralla.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista assonometrica del telaio e dei sottotelai del quadriciclo elettrico, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

Il telaio è di concezione semplice, costituito da quattro profilati in alluminio (o acciaio) posti a croce con otto montanti inferiori per il fissaggio delle sospensioni anteriori e posteriori.
Al telaio poi sono fissati tre sotto-telai, due laterali di sostegno ai cassetti scorrevoli dove saranno alloggiate tutte le componenti elettriche ed uno posteriore di sostegno al gruppo motore-riduttore-differenziale.
Al telaio, nella parte superiore, sarà poi fissata la ralla in alluminio.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - A) Sezione profilati telaio; B) Sezione profilati montanti; C) Sezione della ralla; D) Sezione profilati sotto-telai, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

IV. Le componenti del sistema di trazione elettrica

Qui sotto sono illustrate tutte le componenti necessarie scelte per l'Urbanina 2.0 con il motore autoraffreddato da 5 KW comprensivo di riduttore e differenziale.
La soluzione del motore elettrico integrato alle ruote, purtroppo si è dovuto scartare per l’inesistenza attuale sul mercato di motori adatti. I più piccoli infatti non scendono mai sotto le potenze di 30 KW.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - componenti del sistema di trazione elettrica del quadriciclo, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

V. Il telaio con tutte le componenti meccaniche ed elettriche

Le sospensioni, sia anteriori che posteriori sono a ruote indipendenti e triangoli oscillanti.
Le componenti del sistema di trazione elettrica sono sistemate nei vani laterali estraibili.
La scatola dello sterzo è fissata alla traversa centrale anteriore del telaio.
Il motore è posteriore (nel disegno centrale a destra), fissato al sotto-telaio.
La parte fissa della ralla è imbullonata al telaio in otto punti.
I freni sono a tamburo e le ruote con cerchi da 10 pollici. Gli pneumatici Michelin 100/90x10 583 56 JTL/TT.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista zenitale e sezioni del telaio con le componenti meccaniche ed elettriche del quadriciclo, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VI. Il pianale

Il pianale in alluminio scatolato ha un diametro massimo di 1200 mm.
Esso è fissato saldamente alla parte non mobile della ralla.
Ad esso sono fissati su binari due sedili con cinture di sicurezza integrate. I sedili possono ruotare di 360 gradi.
Al centro è collocata la leva del freno a mano. Sul lato sinistro anteriore sono collocati lo sterzo e le aperture per i comandi dei pedali di accelerazione e frenata.
Sul profilo esterno sono collocati i quattro chiavistelli elettrici di bloccaggio e sbloccaggio della scocca rotante.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista zenitale e sezione del pianale con relativo posizionamento di sedili e sterzo, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VII. Il sistema di bloccaggio ralla-telaio e scocca-ralla

Qui sotto si vede come la scocca è fissata e bloccata alla ralla.
Nella fascia inferiore in acciaio della scocca sono inseriti i perni che vanno ad alloggiare nei fori predisposti della ralla. Sul pianale sono fissati i chiavistelli elettrici. Nella parte interna della fascia d’acciaio è incollata una striscia di teflon con dei fori ad invito dove entrano i chiavistelli.
Premuto il comando al volante i chiavistelli si ritirano liberando la scocca che può quindi ruotare.
Il perno del chiavistello, tornato immediatamente nella sua posizione chiusa può scorrere facilmente sulla superficie del teflon fino poi a reinserirsi nel foro.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - sezione del sistema di bloccaggio ralla-telaio e scocca-ralla, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VIII. Il design della scocca

Nella fase pre-progettuale del veicolo, buttando giù le prime idee, l’ipotesi iniziale verteva sullo studio di due versioni: una con carrozzeria chiusa ed una, più estiva, con carrozzeria aperta e la scocca composta da un traliccio tubolare ricoperto di vimini intrecciato.
Sul profilo esterno sono collocati i quattro chiavistelli elettrici di bloccaggio e sbloccaggio della scocca rotante.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - prima ipotesi di progetto con doppia versione chiusa (a destra) e aperta (con scocca in traliccio tubolare ricoperto di vimini intrecciato), 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

Successivamente, considerando i costi per la produzione di due scocche diverse e le complicazioni dovute al fatto che comunque le superfici in vimini avrebbero dovuto essere ricoperte all’interno dell’abitacolo, si è optato per una versione unica in plastica riciclabile montata su un telaio tubolare in alluminio con una capote rigida rimovibile.
Il telaio in alluminio sarebbe saldato e rinforzato in basso ad una fascia in acciaio comprendente i perni di aggancio alla ralla.
Ma per mantenere almeno in veste di citazione stilistica l’uso del vimini è stato scelto, per l’applicazione, nella fascia della scocca tra la linea di cintura e la base, un tessuto impagliato in giunco fitto prodotto dall’azienda C.I.M. di Cascina di Buti (Pisa), da incollare sulla superficie di plastica esistente.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - versione unica in plastica riciclabile montata su un telaio tubolare in alluminio con capote rigida rimovibile. A centro in evidenza la fascia della scocca ricoperta con tessuto impagliato in giunco fitto, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VIII. I. Il gioco delle ellissi

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - il gioco delle ellissi, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VIII. II. Gli schizzi della versione definitiva del progetto

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - schizzi della versione definitiva del progetto, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VIII. III. La portiera

La portiera è completamente asportabile. Essa è fissata alla cerniera da una semplice vite che può essere rimossa facilmente.
La rotazione della scocca e l’apertura della portiera sono permesse da una maniglia tipo antipanico.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista e dettagli della portiera, della cerniera e della maniglia tipo antipanico che consente rotazione della scocca e apertura, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VIII. IV. La posizione del guidatore

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista laterale con silhouette della posizione del guidatore, volante e seduta all’interno della vettura, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VIII. V. Gli interni

Gli interni sono molto semplici.
Si vedono i due sedili regolabili e ruotabili, la plancia con il volante sul quale sono inseriti i comandi ed un quadrante digitale.
In basso i due pedali per freni ed acceleratore.

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista interna dell'abitacolo con i due sedili regolabili e ruotabili e la plancia con il volante, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

VIII. VI. La versione estiva aperta

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - versione estiva, senza portiera e capote rigida in plastica, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

IX. La tavola tecnica

Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista frontale, laterale, retro e zenitale del quadriciclo elettrico, 2019 | © & courtesy Massimo Grandi

X. I rendering finali della versione chiusa

TESTIMONIANZE

CREDITS / IMMAGINI

001	Massimo Grandi, Disegni dell'Urbanina - I serie (a dx), dell’Urbanina - III serie e dei modelli Milanina e Zele1000 della Zagato (a sx) \| © & courtesy Massimo Grandi

002	Massimo Grandi, Disegno del modello “Primavera” dell’Urbanina \| © & courtesy Massimo Grandi

003	Massimo Grandi, Schizzi dell’impostazione tecnica (a sx) e della divisione in componenti – pianale con sedili; telaio con ralla; scocca – (a dx) dell’Urbanina - I serie (1965) \| © & courtesy Massimo Grandi

004	Massimo Grandi, Schizzi dell’antica portantina (principio ispiratore sia della Urbanina - I serie sia della Urbanina 2.0) e prime elaborazioni e/o varianti del quadriciclo elettrico, 2019 \| «Nel nostro caso ovviamente alla motrice umana è sostituita da quella elettrica e alle gambe dei portatori quattro ruote. Il guidatore siede accanto al passeggero in una posizione piuttosto eretta esattamente come nella portantina permettendo di ridurre al minimo le dimensioni d’ingombro longitudinale. La scocca è ruotante permettendo ai passeggeri di scendere da qualsiasi posizione» (Massimo Grandi). \| © & courtesy Massimo Grandi

005	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - schema dimensionale di massima del progetto, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

006	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - schizzo di studio per la forma svasata dell’abitacolo e prime verifiche ergonomiche dell’interno del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

007	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - primi schizzi con dimensioni approssimative del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

008	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista assonometrica del Telaio e dei Sottotelai del quadriciclo elettrico e le relative Sezioni: A); sez. profilati telaio; B) sez. profilati montanti; C) sez. della ralla; D) sez. profilati sotto-telai, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

009	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - i diversi componenti del sistema di trazione elettrica del quadriciclo, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

010	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista zenitale del pianale con relativo posizionamento di sedili e sterzo (a sx); vista zenitale e sezioni del telaio con le componenti meccaniche ed elettriche del quadriciclo (a dx), 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

011	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - sezione e vista zenitale del pianale con relativo posizionamento di sedili e sterzo \| © & courtesy Massimo Grandi

012	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - sezione del pianale con relativo posizionamento di sedili e sterzo (a sx) e dettaglio (in sezione) del sistema di bloccaggio ralla-telaio e scocca-ralla (a dx) \| © & courtesy Massimo Grandi \| © & courtesy Massimo Grandi

013	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - prima ipotesi di progetto con doppia versione chiusa (a destra) e aperta (con scocca in traliccio tubolare ricoperto di vimini intrecciato), 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

014	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - versione unica in plastica riciclabile montata su un telaio tubolare in alluminio con capote rigida rimovibile. A centro in evidenza la fascia della scocca ricoperta con tessuto impagliato in giunco fitto, \| © & courtesy Massimo Grandi

015	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - il gioco delle ellissi, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

016	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - schizzi della versione definitiva del progetto, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

017	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista e dettagli della portiera, della cerniera e della maniglia tipo antipanico che consente rotazione della scocca e apertura, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

018	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista laterale con silhouette della posizione del guidatore, volante e seduta all’interno della vettura, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

019	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista interna dell'abitacolo con i due sedili regolabili e ruotabili e la plancia con il volante, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

020	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - versione estiva, senza portiera e capote rigida in plastica \| © & courtesy Massimo Grandi

021	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista frontale, laterale, retro e zenitale del quadriciclo elettrico \| © & courtesy Massimo Grandi

022	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista 3D del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

023	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista 3D del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

024	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista 3D del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

025	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista 3D del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

026	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista 3D del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

027	Massimo Grandi, Urbanina 2.0 - vista 3D del quadriciclo elettrico, 2019 \| © & courtesy Massimo Grandi

INFO / NOTE TECNICHE

2019 Urbanina 2.0

Quadriciclo leggero con un motore da 5 KW, due posti, con una velocità massima di 50 Km orari, dotato di scocca rotante per consentire ai passeggeri di poter scendere e salire da qualsiasi lato. Rielaborazione, in chiave moderna, della più nota Urbanina ideata da Piero Girolamo Bargagli Bardi Bandini insieme a Narciso Cristiani nel lontano 1965, la Urbanina 2.0 verifica l'attualità della proposta dei due pionieri toscani aggiornandone le opzioni tecnico-costruttive e le scelte estetiche alle potenzialità del mercato del III millennio.

Motore tipo: Motore autoraffreddato da 5 KW comprensivo di riduttore e differenziale

Posizione motore: Posteriore, fissato al sotto-telaio

Alimentazione: Batterie

Trasmissione del moto: Cardanica

Ruote motrici: Posteriori

Freni: A tamburo

Sospensioni anteriori: A ruote indipendenti e triangoli oscillanti

Sospensioni posteriori: A ruote indipendenti e triangoli oscillanti

Passo: m/m 1270

Portiera: Completamente asportabile

Lunghezza max: m/m 1800

Larghezza max: m/m 1400

Numero posti: 2

Telaio: Profilati in alluminio (o acciaio) posti a croce con montanti inferiori per fissaggio sospensioni

Strumentazione: Digitale

Pneumatici ant/post: Michelin 100/90x10 583 56 JTL/TT

Velocità massima: Km/h 50

TESTI | LIBRI | DOCUMENTI

2020	Antonello Biscini (a cura di), La nostra Urbanina. Avanguardia d'altri tempi La Conchiglia di Santiago, San Miniato - Pisa
2020	Ada Neri, Urbanina. Avanguardia d'altri tempi, “Reality Magazine”, n. 95, XXII, n. 1 (online)
2020	Pierluigi Bonora (a cura di), Urbanina: la prima “scossa”. Il racconto, "Fuorigiri. Il magazine dell'automotive" - "Il Giornale.it", 31 agosto (online)
2019	Giuseppe Zagaria, Quando l'auto elettrica era l'Urbanina “Il cuoio in diretta”, 11 dicembre (online)
2018	Antonello Biscini, Urbanina. L’auto elettrica da città che oggi tutti vorremmo… disegnata e costruita 50 anni fa, “epocAuto”, n. 2, febbraio
2018	Nilo Di Modica, L’auto elettrica? Fu ideata a Staffoli negli anni Sessanta “Il Tirreno - Pontedera”, 13 aprile
2014	Mauricio Uldane, Los autos urbanos, segunda parte, 9 marzo (vers. online)
2012	Mauricio Uldane, Urbanina, un auto ciudadano, 1° ottobre (vers. online)
2012	Marco Visani, Urbanina Torpédo. Cube électrique (photo: IsolaPress) “Gazoline”, Volume 18, n. 191, luglio (vers. online)
2012	Alessandro Pisacane, L'Urbanina, una storia dimenticata Supplemento n. 65 a: “Collezionismo. Auto, moto, restauro”, III, n. 12, giugno
2011	Matteo Comoglio, Ritorno al Futuro: L’Urbanina “Rotary Club Fucecchio - Santa Croce”, n. 7-03, 2 dicembre
2010	Matteo Comoglio, Urbanina. Progetto attuale “La Manovella e Ruote a raggi”, L, n. 3, marzo
2009	Giancarlo Andreanini (a cura di), La nostra urbanina: avanguardia d'altri tempi Edizioni MovimentoShalom
2009	Elenoire, Urbanina. La prima vettura elettrica nel mondo finalmente si fa conoscere, “Reality Magazine”, XII, n. 54, 15 luglio
2008	Harald Linz, Halwart Schrader, Die Internationale Automobil-Enzyklopädie United Soft Media Verlag GmbH, München [D]
2001	Nick Georgano (editor in chief), The Beaulieu Encyclopedia of the Automobile - Volume 3, P–Z, Fitzroy Dearborn Publishers, Chicago - IL [USA]
1995	Michele Marchianò, Il futuro della prima auto \| L'auto elettrica - 2 “La Manovella e Ruote a raggi”, XXXV, n. 9, dicembre
1995	Enrico Casale, Michele Marchianò, L'auto a cui mancò solo la... "scossa" \| La vettura elettrica - 1, “La Manovella e Ruote a raggi”, XXXV, n. 6, luglio/agosto
1991	“Auto Exklusiv”, n. 4, 1991
1973	Neue chance für der Elektroantrieb?, “Automobil-Revue Zeitung”, n. 36, agosto
1972	“Automobil-Revue Zeitung”, n. 13, marzo
1971	Storia dell'Automobile - album figurine Supplemento a: “Le grandi raccolte della gioventù”, n. 4, aprile, Edizioni Panini, Modena
1970	“Auto Motor und Sport”, n. 24
1969	“Automobil-Revue Zeitung”, n. 53, dicembre
1969	“Automobil-Revue Zeitung”, n. 39, settembre
1969	“ADAC Motorwelt”, n. 4, aprile
1968	De ware geschiedenis van David en Goliath (La vera storia di David e Golia) “Lach 69”, ottobre
1968	Luigi Giovannetti, L'auto elettrica, “Le Stagioni”, inverno 1967-68
1967	R. M., El minicoche eléctrico (photo: Aldo Patellani), “Triunfo”, XXII, n. 271, 12 agosto
1967	Franco Bandini, Guido Carretto, È italiana la prima vetturetta elettrica (photo: Aldo Patellani), “Domenica del Corriere”, LXIX, n. 30, 18 luglio
1967	“Auto Motor und Sport”, n. 7
1967	“Automobil-Revue Zeitung”, n. 14, marzo
1967	“Automobil-Revue Zeitung”, n. 12, marzo
1967	“Automobil-Revue Zeitung”, n. 11, marzo
1967	“Automobil-Revue Zeitung”, n. 9, marzo
1967	Genfer Salon 1967, “Auto Motor und Sport”, n. 7
1966	Richard Carr, In search of the town car, “Council of Industrial Design”, luglio
1966	¿Serán los únicos sobrevivientes del crecimiento urbanístico?, “Automundo”, n. 44, marzo
1966	“Auto Motor und Sport”, n. 23
1965	Indro Montanelli, I Robinson dell'industria italiana, “Domenica del Corriere”, LXVII, n. 51, 19 dicembre
1965	Talk about convertibles, “Daily News”, New York - NY [USA], 31 ottobre
1965	El Urbanina, automóvil de ciudad, “Automundo”, n. 7, maggio
1965	“Auto Motor und Sport”, n. 24
1964	El Urbanina. Un coche ideal para la “zona azul” (photo: Radian Press) “Triunfo”, XIX, n. 121, 26 settembre
1964	È nata l'auto a tamburo (photo: Sergio Del Grande - Epoca) “Epoca”, XV, n. 725, 16 agosto
[...]	Prima della Tesla, l'auto elettrica esisteva già in Toscana. Era il 1965, “Mo.So.To - Mobilità Sostenibile Toscana” (vers. online)
[...]	Philippe Boursin de l'Arc, 49e Salon de Turin (1-12.11.1967), “Histoire de la voiture électrique” (vers. online)
[...]	Histoire du véhicule électrique: 1960 - 1979 (vers. online)

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