MAURO PASQUINELLI | Mu.De.To. - Museo del Design Toscano, Museo Design Toscana

MAURO PASQUINELLI

ANNO	1931
LUOGO	Scandicci - Firenze
PRODOTTI	Mondo, Balestra, Cicloide \| Giulia \| Nodo

PROFILO

a cura di: Umberto Rovelli

Umberto Rovelli (Bologna, 1962). Laureato in Architettura, dal 1996 al 2018 è socio di Blue Klein, web agency impegnata nel campo multimediale per la promozione della cultura del progetto su Internet. Dal 2005 dirige la rivista IdeaMagazine.net. Dal 2008 al 2016 cura gli aggiornamenti del web ADI Toscana progettato da Blue Klein. Socio ADI dal 2010 al 2015, è curatore dei volumi MuDeTo Collection I.-V. (MuDeTo, Firenze 2014-'21), Mauro Pasquinelli Designer (Bandecchi&Vivaldi, Pontedera 2013) e Interviste sul Progetto (Franco Angeli, Milano 2011). Ha collaborato con le riviste “Op. cit.”, “Juliet Design Magazine”, “Paesaggio Urbano”, “ReportBio”, “Firenze Spettacolo”. Ha pubblicato contributi in: Adriano Piazzesi (Pontecorboli, Firenze 2016); Vincenzo Missanelli. Opere con un'antologia critica (Bandecchi&Vivaldi, Pontedera 2015); Antonio Possenti un lungo viaggio (Pacini Fazzi, Lucca 2013); Adriano Piazzesi. Arte nel silenzio (Polistampa, Firenze 2012); Massimo Mariani. Progetti 1980 - 2005 (Verba Volant, London 2005); Labyrinthos (Alinea, Firenze 1994). [x]

Nato a Scandicci il 27 agosto 1931, fin da ragazzo frequenta la bottega del padre, sapiente artigiano del mobile a Firenze, imparando l’arte dell’ebanisteria.
Allievo di Enzo Gori, si diploma al magistero dell’Istituto d’Arte di Firenze nel 1951 acquisendo l'abilitazione all’insegnamento di materie artistiche nelle scuole medie superiori.

Nonostante la spiccata propensione, sia intellettuale che manuale, per il disegno industriale (con una particolare predilezione per quello di matrice scandinava), per oltre trent'anni Mauro Pasquinelli svolgerà l'attività di «tecnico disegnatore» presso un'azienda assolutamente non coinvolta nel settore furniture. Per tutto questo vasto arco temporale sarà quindi con modalità assai peculiari che egli affronterà la professione di designer: «diviso» per ben tre decenni fra una attività di routine – in Toscana – e una sempre più confortata passione progettuale che lo spinge verso il nord – in particolare nel Triveneto.

Come progettista outsider (ovvero cultore della materia e delle pratiche afferenti), sin dagli anni ‘50, Pasquinelli non manca di approfondire la conoscenza del design sia disegnando e progettando furniture nel tempo libero, sia effettuando vere e proprie «vacanze studio» nei paesi scandinavi – Svezia e Danimarca in particolare – che all'epoca rappresentavano la scuola d’eccellenza di riferimento. Si tratta non solo di una esperienza estetica, ma anche etico-ambientale e ludica insieme (Pasquinelli è appassionato di sci di fondo). In modo indissolubile, si ama e si è affascinati da una modalità di progetto (una filosofia) ma anche dal luogo che ne è ragione, fondo, sostanza e materia (il legno). Un ambiente nel quale il richiamo e la lezione della «natura» ha una componente non indifferente: una qualità di progetto che è anche qualità della vita, rispetto delle peculiarità dei luoghi.

Già nei primi anni ‘60 Pasquinelli mette in luce le proprie doti di misurato ed accorto progettista/artefice con una particolare propensione per la tecnica combinatoria ed assemblativa nel campo dell’arredo, avendo nel legno il «principale materiale di riferimento (...). Dal 1961 inizia a partecipare a concorsi, principalmente nel campo del mobile d’arredo. I premi riconosciutigli con cadenza regolare (Fiera di Trieste 1961, '62, '63) lo spingono a lanciarsi con più decisione nella professione. Nel ‘68 conosce Pallavisini, industriale del mobile, e per lui inizia i primi lavori.
La sedia, sin dai primi progetti, si dimostra essere il particolare oggetto d’affezione di Pasquinelli che con caparbia, amore e spirito di ricerca si dedica alla riprogettazione di questo componente d’arredo "arcano" e pensato in miriadi di modelli differenti. Già le prime produzioni (Eva del 1969, Maria del 1972) incontrano un incredibile successo di mercato leggibile tutto nei grandi numeri che contraddistinguono le loro tirature» [01].

A partire dagli anni '70 le collaborazioni di Pasquinelli si aprono a numerose aziende friulane, operando da allora, per oltre quattro decenni, prevalentemente in quel Triangolo della Sedia dove è tuttora riconosciuto come un maestro del contract e del furniture domestico in legno, materiale di cui ha indagato il fascino misterioso e senza tempo e col quale realizza numerose sedute particolarmente riuscite sia sotto il profilo della forma che del comfort.
Le relazioni industriali si estendono ormai alle più grandi aziende del mobile italiano, come Mobel Italia e Calligaris, e anche al grande colosso austriaco Gebruder Thonet AG che si aggiudica l’esclusiva di alcuni suoi modelli di sedie. Ma vanno anche ricordate le importanti collaborazioni con Lubke KG, Potocco, Malobbia, MisuraEmme, Tisettanta, Zevi, Lisa, Bro’s, Olivo Livoni, Sedie Friuli, Deta Sud, Deta, Grup Sedia, Emme I, Mathias, Rover Plus, Becker e Casprini.

«Molto interessante (...) il particolare iter della pratica progettuale: gli oggetti nascono prima di tutto come modelli costruiti in laboratorio, sperimentati in tutti i loro particolari, controllati e ottimizzati a scala reale. Quello del disegno finisce così per essere uno strumento funzionale alla comunicazione del progetto all’azienda e alla messa a punto del sistema di produzione. Questo tipo di processo, che asseconda la fase ideativa e creativa con una capacità di gestire la complessità del progetto tramite una consolidata esperienza, ricollega la pratica progettuale di Pasquinelli ad un modello operativo artigianale. Da quest’ultimo egli recupera un particolare gusto per la manualità e una capacità di controllo estesa a tutte le fasi ideative e realizzative. Questa particolare attitudine nulla riesce a togliere, comunque, al carattere decisamente industriale del lavoro di Pasquinelli.

«Ogni progetto, già dalla sua fase ideativa, si sviluppa attorno a parametri che tengono conto di tutte le necessità dell’industrializzazione del prodotto: dalla scelta del materiale in base a criteri di funzionalità ed economicità, alla semplificazione formale dell’oggetto, alla standardizzazione dei componenti, all’ottimizzazione degli stampi.

«Ulteriore motivo di interesse che caratterizza Pasquinelli come una figura di designer quasi fuori cornice rispetto alla prassi comune, è» – come più sopra si è accennato – «il particolare rapporto che lega la sua attività ai contatti con le aziende. Il suo progetto nasce spontaneamente, da un’intuizione o da una suggestione particolare, quasi sempre indipendentemente da commissioni o incarichi ricevuti. Una volta messo a punto in tutte le sue parti e in tutti i suoi dettagli viene presentato a quella particolare azienda che più di altre sembra adatta a quello specifico prodotto, in quanto a fascia di mercato, tipologia morfologica, scelta di materiale.

«Questa strategia di lavoro garantisce al progettista un’assoluta indipendenza professionale e culturale. Ne consegue la possibilità, per il designer, di ricercare e sperimentare in continuazione, su ogni modello. In questo modo egli può permettersi di creare secondo stimoli sempre molto personali, che legano strettamente il progetto ad un’idea forte e sentita la quale raramente concede compromessi alle necessità commerciali e di mercato. Piuttosto i criteri che guidano la pratica progettuale sono quelli che Pasquinelli definisce più "vicini all’uomo": la scelta ergonomica, la comodità d’uso, la funzionalità pratica.

«Se si guarda alla sua vasta produzione, che spazia dalla sedia domestica per cucina, alla sedia per comunità, alle poltroncine per riunioni, si può notare come sempre vi sia sottesa un’idea di sapienza professionale che è anche, se si vuole etica e deontologia progettuale.
Le attenzioni del designer sono rivolte alla risoluzione dei problemi costruttivi e strutturali, alla ricerca della perfetta inclinazione del piano di seduta e dello schienale, allo studio degli incastri e dei punti di snodo, alle esigenze di una facile trasportabilità e di una comoda impilabilità dell’oggetto.

«Ma non si deve credere che questa minuziosità e questa puntualità della ricerca funzionale privi gli oggetti del fascino insito nel loro carattere formale: in questo senso la tesi sostenuta da Pasquinelli è molto precisa: se si tratta il materiale giustamente, secondo la sua propria natura, la forma ne deriva logicamente, arricchita da un fascino tutto particolare.
Sono questi i criteri che hanno guidato la sua filosofia progettuale in un lungo percorso, un percorso fatto di passione e amore per il progetto» [02].

«Pur riconducibile a sistemi di attese e "forme di vita" tipiche di una stagione irripetibile, gran parte dell’avventura di Pasquinelli, è racchiusa nel perenne e fabbrile contraddittorio tra idea|corpo/materia|luogo. Anzi, alcuni exempla – le sedute Nodo, Giulia e Quadrifoglio – sono certamente da annoverare tra le più evidenti eccellenze di un polemos creativo rivolto a costruire e coltivare «ciò che cresce». Ma c’è, forse, di più. Nelle lignee sculture dei suoi tavoli e sedie possiamo intuire le tracce d’uno scavo metaforico, un annidato «corpo a corpo» col sé, in cui l’apprensione d’ogni materico segreto sa riverberarsi in consapevolezza ulteriore, dove ogni indotta metamorfosi preavverte l’artifex che forzature alle “regole di natura” avranno per riscontro inevitabili contrappassi – ovvero, nel caso specifico, vulnus strutturali e di comfort.

«Sebbene l’iter creativo di Pasquinelli ben manifesti i signa dell’ascesi sapienziale – peraltro rimarcata da due segnalazioni al Compasso d’Oro – il suo percorso umano e professionale non diverge molto da quello, nobilmente «operaio», del talentuoso maestro di provincia. Anzi se in lui vive una scheggia, umanissima, di hybris, questa si radica nel risalto valoriale della popolarità seriale. Circostanza con profonde ripercussioni sulle invarianti del suo «fare forma» – l’attenzione alle potenzialità combinatorie di un abaco limitato di elementi, l’insistere su «costruibilità» facilitate per l’utente finale – ovvero riguardi riverberantisi «naturalmente» in attualissime rese distributive e contenuti utilizzi di risorse.

«Dunque per Mauro Pasquinelli il tema formale non ha nulla di accademico, bensì è organicamente avviluppato sia all’introversa cognizione della mater|materia sia all’estroversa processualità industriale che impone al designer di proiettare – ben oltre la specificità dell’unicum laboratoriale – variabili d’usabilità, economicità del risultato, praticità di gestione, manutenibilità nell’immediato e resistenza nel tempo di morfologie e giunti proposti. Anche per tale ragione il «mestiere» del designer toscano, pur percependosi in ogni fase progettuale, si manifesta con plastica evidenza nello iato operativo|predittivo consistente nel saggio del prototipo.

«Ma oltre a offrire sensi e prospettive per una creatività coerente alla poiesis della grande serie, l’opera di Pasquinelli esemplifica – su un fronte quasi opposto – come, anche in ambiti segnati dalla coerenza tipologica, siano rinvenibili margini per sincere ricerche individuali. A patto di non confondere – come del resto è esempio il caso in questione – il germinale e fattivo «spirito di servizio» con la condiscendenza a logiche estranee ad un progetto che non intenda smarrire il proprio ruolo ancillare nei confronti del soma.

«Le compatte e armoniose sedute di Pasquinelli hanno per sinopia e faber l’analogon del corpo. Modello e artefice progettuale, il corpo non è solo orizzonte relazionale dell’oggetto, ma in prima istanza ponte tra luogo e artefatto. Aderire al corpo, rifletterne gli auspici, le esigenze, pone così le condizioni per riallacciare anche le prometeiche impronte del raziocinio creativo alla complessa medietà dello statuto umano, dandogli modo di recuperare a ruolo quell’ermeneutica circolarità che nel progetto consapevole concerta e imbriglia le volitive logiche dell’ego all’inesplicabile gratuità del mondo» [03].

Socio ADI fino al 2011, Pasquinelli è tra i fondatori, nel 2006, di ADI Toscana - delegazione regionale dell’Associazione per il Disegno Industriale.
Nel corso della sua lunga e fortunata carriera, ha partecipato a diversi eventi espositivi ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui ricordiamo ben due Menzioni d'Onore al Premio Compasso d’Oro ADI (1979 e 1991), la Segnalazione d'Onore a Bio 9 (Ljubljana 1981), 1° Premio al Concorso Una sedia italiana per l'Europa (Udine 1981), 3° premio 5 stelle ADI Tecnhotel (Genova 1986) e il Premio CATAS (Udine 2000).

PRODOTTI

AZIENDE

RICONOSCIMENTI


2019	Mostra MuDeTo - Museo del Design Toscano, Florence Biennale Art+Design XII ed., Fortezza da Basso 18-27 ottobre - Firenze

2017	Mostra Legno: Passione Design. Le "Sedie Sapienti" di Mauro Pasquinelli, Showroom Calligaris Idea Arredo, 20 -27 maggio - Scandicci - Firenze
2017	Mostra Legno: Passione Design. Mauro Pasquinelli, UDesign Week, I.S.I.S. "Arturo" Malignani, 28 febbraio - 10 marzo - Udine
2013	Presentazione volume Mauro Pasquinelli designer, ADI FVG c/o Spazio Tre - Udine
2000	Premio CATAS - Udine

1999	Mostra Two Generations of Designers, ICSID International Council of Societies of Industrial Design - Köln (D), Chicago (USA) Neo Com
1998	Mostra Due Generazioni di Designer, ADI FVG, ICSID International Council of Societies of Industrial Design - XXII Salone Internazionale della Sedia di Udine
1997	Mostra Design è progresso - XXI Salone Internazionale della Sedia di Udine
1994	Conferenza Incontri con il progetto, Libreria Spaziotempo - Firenze
1991	Menzione d'Onore al XVI Premio Compasso d’Oro ADI - Milano

1987	Mostra Forms From Italy's Friuli - Craft and Folk Art Museum, Los Angeles (USA)
1986	3° premio 5 stelle ADI/Tecnhotel - Genova
1986	Menzione speciale - X Salone Internazionale della Sedia di Udine
1985	Mostra Confronto fra matite famose USA-Europa - IX Salone Internazionale della Sedia di Udine
1981	1° Premio al Concorso Una sedia italiana per l'Europa - V Salone Nazionale della Sedia di Udine

1981	Segnalazione d’Onore a Bio 9 - Biennale di disegno industriale - Ljubljana
1980	Mostra Design Italiano (ADI - Ministero affari esteri) - Athens, Istanbul, Ankara, Beirut, Baghdad, Damascus
1979	Menzione d’Onore al XI Premio Compasso d’Oro ADI - Milano
1969	Premio Speciale La Rinascente al Concorso Abet-Print Il laminato plastico nell’arredamento - Mia di Monza
1966	Continental Table Glassware Design Owens-Illinois Inc. - Toledo Ohio USA
1963	Concorso Fiera di Trieste Camera per albergo - Trieste
1962	Concorso Fiera di Trieste Mobile componibile - Trieste
1961	Concorso Fiera di Trieste La sedia - Trieste

VIDEO

TESTI | LIBRI | DOCUMENTI

2013	Anna A. Lombardi, Distretto della sedia: design tra passato e futuro Franco Angeli - Milano
2013	Adolfo Natalini, per Mauro Pasquinelli e a tutte le sue sedie sapienti, ringraziando lettera manoscritta del 22 novembre
2013	Umberto Rovelli (a cura di), Mauro Pasquinelli Designer Bandecchi & Vivaldi - Pontedera - Pisa
2012	AA.VV., Werther Toffoloni. Per sedersi Galleria regionale d'arte contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d'Isonzo - Gorizia
2012	Mauro Pasquinelli, Umberto Rovelli, L'ordine discreto del progetto industriale ADI Toscana, 12, 2012
2012	Mauro Pasquinelli, Umberto Rovelli, L'ordine discreto del progetto industriale "IdeaMagazine.net", Firenze
2011	Luca Vivanti, Tisettanta. Quarant'anni di design. Quarant'anni di casa Electa - Milano
2007	Giuliana Gramigna, Le fabbriche del design. I produttori dell'arredamento domestico in Italia, Umberto Allemandi, Torino
2003	Giuliana Gramigna, Repertorio del design italiano 1950-2000 per l'arredamento domestico, vol. 1, Umberto Allemandi, Torino
1999	Due Generazioni di Designer “Domus” 814, aprile
1994	Andrea Mi, Mauro Pasquinelli: tutti a sedere! "Design &...", Firenze
1991	Werther Toffoloni (a cura di), Sedie in Friuli (catalogo mostra) Promosedia - Udine
1988	Nathan H. Shapira, Nel design italiano la fantasia diviene realtà “Quaderni: 1” Promosedia - Udine, settembre
1987	Mostre e fiere: «Cinque stelle» al «Tecnhotel» a Genova “L'industria del Mobile” 308, gennaio
1987	Nathan H. Shapira (a cura di), Forms From Italy’s Friuli (catalogo mostra) Craft and Folk Art Museum - Los Angeles (USA)
1986	Giancarlo Iliprandi (a cura di), 5 Stelle ADI/TecnHotel (catalogo mostra allestita da Alberto Salvati e Ambrogio Tresoldi) Fiera di Genova, 15-19 novembre
1980	Alfonso Grassi, Anty Pansera, Atlante del design italiano. 1940/1980, Gruppo Fabbri Editore, Milano

CONTATTI

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	name:	Mondo - sedia
1994	for:	Calligaris
	name:	Balestra - sedia
1988	for:	Calligaris
	name:	Cicloide - sedia
1988	for:	Calligaris
	name:	Giulia - sedia e poltroncina impilabile
1985	for:	Olivo
	name:	Nodo - sedia smontabile
1975	for:	Tisettanta \| Mathias (riedizione 1994)

	Mauro chair - Mauro Pasquinelli by / © Ruth Wilson and Matteo Cuzzola \| for / © Established & Sons
2018	© video: Roomstore
	Pulp Fiction, by / © Quentin Tarantino \| 'Pop Tarts', John Travolta, Bruce Willis \| Miramax (appendiabiti / coat rack Cactus, 1972, Pallavisini)
2015	© video: Miramax