a cura di: Antonello Biscini 

Antonello Biscini (Firenze 1954) Fiorentino, laureato in chimica e dirigente di una industria farmaceutica, è appassionato fin da ragazzo alla storia e alla cultura della tecnologia, soprattutto se applicata ai mezzi di locomozione. La scrittura è un’altra sua passione che si è inevitabilmente sposata con la prima. Così, al restauro e alla conservazione dei mezzi, si associa la ricerca di informazioni e documenti sugli uomini e sulle fabbriche che quelle auto e moto hanno pensato e costruito e sui momenti storici e culturali dei tempi che le hanno viste correre su strada. Con particolare attenzione alla storia della tecnologia motoristica che si è sviluppata in terra di Toscana e degli uomini che ne sono stati artefici. È autore di articoli pubblicati su riviste del settore, di alcuni saggi sul mondo del motorismo storico e di un romanzo ambientato nel mondo degli appassionati di auto d'epoca e nei paesaggi del Chianti tra Firenze e Siena. Socio dell'AISA (Associazione Italiana Storia dell'Automobile) è da molti anni nel Consiglio Direttivo del CAMET (Club Auto e Moto d'Epoca Toscano, fondato nel 1968 ed associato all'ASI - Automotoclub Storico Italiano) dove copre gli incarichi di segretario e addetto stampa. [x]

Il marchese Piero Girolamo Bargagli Bardi Bandini nasce nel 1910 a Siena ma è quel che si definisce "uomo di mondo", viaggiando nel mondo e dividendosi tra il jet-set gaudente della Roma della dolce vita e la tranquillità della villa settecentesca di famiglia a Poggio Adorno, nella campagna di Santa Croce sull'Arno.

Uomo di grande cultura, dotato di estro e di una viva intelligenza ma sopratutto curioso di confrontarsi con esperienze sempre diverse. Durante la presidenza di Giovanni Gronchi (di cui era stato allievo al liceo) ebbe mansioni dirigenziali del parco di San Rossore e di altre tenute della Presidenza della Repubblica. Ma fu soprattutto a Roma che divenne uno dei personaggi più noti negli anni della dolce vita. Fu produttore cinematografico, a cavallo degli anni 50 e 60, lavorando con attori come Marcello Mastroianni.

Intensa poi la sua attività artistica dove si cimentò con la pittura, la prosa e la poesia. Scrisse in tutto una ventina di libri in versi e in prosa: Il letto appresso, Matrimonio di convenienza, Catagrafe, Prima di Leucade, Domanda di grazia, Due racconti perversi ed altri.

Utilizzò anche lo pseudonimo di John Rame per le pubblicazioni con le trame più spinte. Proprio un libro firmato come John Rame, Matrimonio di Convenienza, fece da spunto per il film Pensavo che fosse amore... invece era un calesse diretto e interpretato da Massimo Troisi .

Il marchese Bargagli provò anche, seppur con poca convinzione, la carriera politica con il Partito Liberale.

Ma furono soprattutto le sue numerose presenze al Maurizio Costanzo Show, alla fine degli anni 80, che gli portarono notorietà per la sua verve e per alcuni brani a “luci rosse” recitati con spirito tutto toscano e raccolti nei libretti Schegge di saggezza, libriccioli delle dimensioni più che tascabili, con poche pagine, senza illustrazioni ma ricchi di arguti pensieri, poesiole, aforismi.

Durante una delle sue presenze al Maurizio Costanzo Show, il marchese Bargagli - tra la sorpresa di tutti, compreso Costanzo che non era stato avvertito - si alzò e depose cinquantamila lire sul palco invitando il generoso pubblico del Teatro Parioli “Peppino De Filippo” a offrire qualcosa per una raccolta di fondi a favore di un associazione che aiutava i malati di AIDS, una piaga di quegli anni. Costanzo prese al balzo l'occasione ed autorizzò la improvvisata colletta. Sotto gli occhi di milioni di italiani, il carisma del marchese convinse il pubblico dei Parioli che in pochi minuti riempì di banconote il palcoscenico raccogliendo circa 50 milioni di vecchie lire, cifra che venne poi raddoppiata dalla generosità della redazione del programma. Fu una delle serate più famose del Maurizio Costanzo Show.

Nei suoi svariati interessi, il marchese si distinse sempre per la sua signorilità ed eleganza, sempre con cravatta e cappello, un uomo ironico e sarcastico in modo particolare, talvolta malinconico, profondamente toscano, ma in modo ricercato. Si inserì prestissimo nel jet set della Roma degli anni 60 dove fu circondato dalla fama di tombeur de femmes. Non sappiamo se vera o presunta, certa è la sua amicizia con Sylva Koscina.

Come da lui stesso raccontato, nelle numerose e lunghe permanenze a Roma fu colpito dal traffico già allora congestionato della capitale. Da qui l'idea di una vettura da città, lunga meno della metà della auto di quegli anni, facile da parcheggiare, silenziosa ed elettrica. Piccola nelle dimensioni, ma comoda. Tanto che un signore come lui ci potesse entrare con il cappello in testa!

Il marchese Bargagli, trovò nella creatività di Narciso Cristiani il complemento ideale a cui trasferire la sua "visione" di una nuova mobilità urbana. La limonaia della Villa di Poggio Adorno fu adibita a laboratorio dando inizio all'avventura della Urbanina.

Il marchese Piero Girolamo Bargagli Bardi Bandini si spense nel 1993.

	name:	Urbanina - city-car
1964-‘65	for:	Bargagli e Cristiani, Urbanina

1964-‘73	name:	Bargagli e Cristiani, Urbanina

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	Salone dell'automobile di Torino | 28 ott 1970
2020	© video: Anni 70 a colori
	Per snellire il traffico | La Settimana Incom 02527 - 27 nov 1964
2012	© video: Istituto Luce Cinecittà

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[...]	Prima della Tesla, l'auto elettrica esisteva già in Toscana. Era il 1965, “Mo.So.To - Mobilità Sostenibile Toscana” (vers. online)
[...]	Philippe Boursin de l'Arc, 49e Salon de Turin (1-12.11.1967), “Histoire de la voiture électrique” (vers. online)
[...]	Histoire du véhicule électrique: 1960 - 1979 (vers. online)

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